Il Testamento di Tito
Nel 1971 Michele, il cantante di “Susan dei Marinai” e all’epoca coinquilino dei miei genitori, svegliò mio padre alle 2 di notte con in mano un foglietto a quadretti che riportava la prima strofa de “Il Testamento di Tito”.
Michele gli disse che aveva immediatamente fatto il suo nome al suo grande amico Fabrizio De André poiché non era soddisfatto della musica che lui stesso aveva composto sul testo e che quindi, De André, dava a mio padre la possibilità di fare un tentativo musicale.
Il risultato di quel tentativo è noto. Sono molto orgogliosa che mio padre abbia musicato una delle canzoni più importanti del grande Fabrizio De André.
Testo
"Non avrai altro Dio all'infuori di me"
spesso mi ha fatto pensare
genti diverse venute dall'est
dicevan che in fondo era uguale.
Credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male
credevano a un altro diverso da te
e non mi hanno fatto del male
"Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano"
con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome.
Ma forse era stanco,
forse era troppo occupato,
e non ascoltò il mio nome dolore.
Ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.
"Onora il padre, onora la madre"
e onora anche il loro bastone,
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone:
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore,
quando a mio padre si fermò il cuore
non ho provato dolore.
"Ricorda di santificare le feste"
Facile per noi ladroni
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali
senza finire legati agli altari
sgozzati come animali
Il quinto dice: "Non devi rubare"
e forse io l'ho rispettato
vuotando in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:
ma io, senza legge, rubai in nome mio,
quegli altri, nel nome di Dio
Ma io, senza legge, rubai in nome mio
quegli altri, nel nome di Dio
"Non commettere atti che non siano puri"
cioè non disperdere il seme
Feconda una donna ogni volta che l'ami
così sarai uomo di fede:
poi la voglia svanisce e il figlio rimane
e tanti ne uccide la fame
io forse ho confuso il piacere e l'amore
ma non ho creato dolore
Il settimo dice: "Non ammazzare"
se del cielo vuoi essere degno
guardatela oggi questa legge di Dio
tre volte inchiodata nel legno:
guardate la fine di quel Nazareno,
e un ladro non muore di meno
guardate la fine di quel Nazareno,
e un ladro non muore di meno
"Non dire falsa testimonianza"
e aiutali a uccidere un uomo
lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono:
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore
ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore
"Non desiderare la roba degli altri
non desiderarne la sposa"
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
che hanno una donna e qualcosa:
nei letti degli altri già caldi d'amore
non ho provato dolore.
L'invidia di ieri non è già finita
stasera vi invidio la vita
Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi
e scivola il sole al di là delle dune
a violentare altre notti:
io, nel vedere quest'uomo che muore,
madre, io provo dolore.
Nella pietà che non cede al rancore,
madre, ho imparato l'amore.